NBA All-Star Game 2022 – behind the scenes

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It is that time of the year. Domenica 20 febbraio andrà in scena la settantunesima edizione dell’NBA All-Star Game. La città di Cleveland torna ad ospitare la partita delle stelle dopo 25 anni, e porta con sé significati profondi trasmessi attraverso ogni elemento di interesse che andrà a contornare lo spettacolo offerto dai migliori giocatori della lega. In occasione dell’evento, la NBA ha incorporato delle attività che arricchiscono lo storytelling per la celebrazione del settantacinquesimo anniversario della lega, unito al patrimonio culturale della città di Cleveland e la memoria della leggenda Kobe Bryant.

Il design del parquet della Rocket Mortgage FieldHouse Arena è ricco di riferimenti che fanno eco alla storia della città ed avvenimenti del passato svolti nello stato dell’Ohio. Le stelle che decorano le due metà campo simboleggiano delle precedenti tappe fondamentali nella storia dell’All-Star Game. Perché l’area di Cleveland ha ospitato questo evento in occasione delle ricorrenze più importanti nella storia della NBA. Così, verranno mostrati il logo dell’edizione del 1981, svoltasi al Richfield Coliseum, quando venne celebrato il trentacinquesimo anniversario della lega. Mentre il logo posizionato nel lato destro del campo è quindi in onore della ricorrenza per il cinquantesimo anno. Il 1997 è la data simbolo dell’ultimo All-Star Game disputato alla Gund Arena di Cleveland, quando un giovanissimo Kobe Bryant vinse la gara delle schiacciate all’All-Star Saturday, ed il giorno seguente Michael Jordan registrò la prima tripla-doppia nella storia della sfida.

In quella occasione, la NBA organizzò una cerimonia esclusiva per presentare la lista dei migliori 50 giocatori nella storia. Oggi, con la ricorrenza del settantacinquesimo anniversario, nella pausa di fine primo tempo verrà onorata la relativa classe di leggende svelata ad inizio stagione. La narrazione, che vede anche Spike Lee tra i protagonisti, regalerà un viaggio attraverso storie di temi e giocatori che hanno rappresentato le autentiche fondamenta della lega. Questa iniziativa permetterà alla NBA di unire differenti ere generazionali, non soltanto sottolineando l’eccellenza tecnica e il loro contributo all’evoluzione del gioco ed alla sua globalizzazione, ma ancor più attraverso il racconto di come questi atleti siano stati, e sono tuttora, leader morali ed etici per la propria comunità.

Un ospite sempre speciale sarà Jordan Brand, che vestirà le stelle della lega durante l’All-Star Game per il quinto anno consecutivo. Il concept delle uniformi è ispirato dall’architettura dei ponti della città di Cleveland, e intende rendere omaggio alle divise di fine anni ’80 e inizi anni ’90. Il colore argento richiama la brillantezza del diamante, che è il simbolo del nuovo logo della lega per questa stagione. Mentre il blu si ispira al rilievo del lago Erie, ed il rosso è l’elemento che contraddistingue la forza e resistenza della città di Cleveland. Allo stesso tempo, entrambi i colori sono immediatamente associati al logo della NBA.

La componente di responsabilità sociale è un ulteriore tratto distintivo che accompagna la realizzazione di un evento come l’All-Star Game. Per mezzo di numerosi sforzi ed iniziative, la NBA si impegnerà ad erogare tre milioni di dollari a supporto di enti beneficiari e alla comunità HBCU, le università storicamente afroamericane. In particolare, Team Durant rappresenterà la Greater Cleveland Food Bank, mentre Team LeBron giocherà per il Kent State University I Promise Scholars Program. Ogni quarto di gioco determinerà un importo da destinare all’ente vincitore. Inoltre, NBA collaborerà con State Farm per erogare 1.900 dollari per ogni assist realizzato nel corso della gara, con l’importo totale equamente diviso tra le due organizzazioni.

La globalità della lega toccherà il suo picco nella distribuzione dell’All-Star Game, che verrà raccontato in 60 lingue differenti, un dato mai registrato prima nella storia, con l’evento che raggiungerà i fan di 215 paesi. Tra i giocatori, vi saranno quattro titolari nati al di fuori degli Stati Uniti, pareggiando il numero più alto in ogni All-Star Game disputato. Si tratta di Giannis Antetokounmpo e Nikola Jokic per Team LeBron, Joel Embiid ed Andrew Wiggins per Team Durant. A questi si aggiungono Luka Doncic e Rudy Gobert.

Nei protagonisti dei roster si toccherà un numero record di quattro giocatori che hanno militato nella G-League. Khris Middleton, Rudy Gobert, Dejounte Murray e Fred VanVleet hanno riscritto la narrativa della propria carriera. Gli ultimi due, assieme a Darius Garland, Jarrett Allen, Lamelo Ball, Andrew Wiggins e Ja Morant coroneranno il sogno di debuttare all’All-Star Game.

La sfida avrà un significato speciale per LeBron James. In questa edizione eguaglia Kareem-Abdul Jabbar al primo posto All-Time per gare giocate All-Star Game. Si tratta di un record che, vista la longevità atletica e mediatica mostrata sinora, potrà decadere a breve. Inoltre, con la diciottesima convocazione in carriera, raggiunge Kobe Bryant al secondo posto nella storia. I due si sono affrontati in 12 gare consecutive dal 2005, il primo per LeBron James, sino al 2016, l’ultimo di Kobe. La classifica che vede ancora la leggenda dei Los Angeles Lakers al comando riguarda il numero di trofei di MVP vinti (4). Ma LeBron segue con tre e la connotazione romantica di affiancare il suo nome a quello di Kobe Bryant potrebbe essere una motivazione ulteriore per onorare la partita.

La NBA ha elevato il ricordo e la legacy di Kobe Bryant unendo arte e storia nella ridefinizione del design del trofeo di MVP dell’All-Star Game. Già a partire dal 2020, la lega ha intitolato a lui il premio, vinto prima da Kawhi Leonard poi da Giannis Antetokounmpo. Ora, attraverso una collaborazione con l’artista Victor Solomon, la modernità estetica e il richiamo alla leggenda dei Los Angeles Lakers sono caratteristiche che definiscono un nuovo standard di eccellenza e un legame con le future generazioni di All-Stars. Ogni elemento contenuto nel Kobe Bryant Trophy intende celebrare l’evento e sottolineare momenti iconici della sua carriera.

La base ottagonale rappresenta le otto decadi raggiunte dalla NBA nell’organizzazione dell’All-Star Game, oltre che il numero di maglia indossato da Kobe Bryant nelle sue prime dieci stagioni. Questa sarà decorata con 18 stelle a simboleggiare il numero di selezioni a questa sfida.

Il primo livello contiene 24 stelle, associate sia ai giocatori che disputeranno l’All-Star Game che al secondo numero di maglia della carriera di Kobe Bryant. Le 10 della parte successiva sono riferite ai titolari che scenderanno in campo ed al numero che la leggenda dei Los Angeles Lakers ha scelto nella sua pluridecorata esperienza con la nazionale americana.

Le 5 stelle del livello superiore si ispirano ai titoli NBA vinti da Kobe Bryant nella sua carriera, e richiamano l’unità di una squadra. Per ultimo, la sezione più alta del trofeo è formata di una singola stella, che celebra il miglior giocatore dell’All-Star Game e l’unico premio di MVP della stagione regolare vinto da Kobe Bryant nel 2007-08.

Infine, ognuno dei primi quattro livelli del trofeo porta la sua altezza da 2, 7, 9 sino ad 11 pollici, che rappresentano le annate del 2000 in cui Kobe Bryant ha vinto l’MVP all’All-Star Game. Ed anche per questa edizione, la squadra vincitrice dell’All-Star Game sarà la prima a raggiungere, o sorpassare, il Final Target Score, che sarà ottenuto dalla somma di 24 punti al punteggio della squadra in vantaggio al termine del terzo quarto.

Come mai prima d’ora, la NBA ha liberato la sua forza comunicativa inglobandola in un evento ad altissimo interesse come l’All-Star Game. Attraverso la partecipazione e l’influsso di differenti ambiti, riuscirà a diffondere dei potenti messaggi che evadono dalla bellezza di quanto i migliori giocatori della lega potranno offrire in campo. La recente storia della sfida si è inoltre arricchita di spirito competitivo, potendo così regalare ancor più spettacolo ad ogni fan.