Da anni, Zach Lowe – storico giornalista di ESPN – compila un proprio ranking personale delle squadre NBA in termini di appeal. Quali sono le squadre più divertenti da guardare sul League Pass di sera in sera, e perché? Le valutazioni di Lowe non si limitano solamente alla qualità espressa in campo o ai grandi giocatori presenti in questa o in quella franchigia, ma tengono conto anche di altri aspetti: le divise, la telecronaca, il design del campo da gioco, su tutte. Non abbiamo certo la pretesa di replicare l’ottimo lavoro del veterano ex Grantland, ma qui proviamo anche noi a fare la nostra classifica di “guardabilità”. È probabile che il pubblico italiano ed europeo si espanderà, grazie soprattutto al notevole sconto apportato dalla Lega sul League Pass, sceso a 99 euro: quindi, proviamo a darvi un riferimento per orientarvi sulle migliaia di partite che si giocheranno quest’anno, a partire dalla metà bassa della nostra classifica.
30, SAN ANTONIO SPURS – Sarà una stagione lunga, in quel di San Antonio. La squadra di Popovich ha ceduto l’unico top (o presunto tale), Dejounte Murray, e ora rimangono solo ragazzi giovani e veterani di rotazione. L’obiettivo è, ovviamente, avere quante più chance possibili di accaparrarsi la prima scelta al prossimo draft: il motivo già lo sapete. Jeremy Sochan è un rookie estremamente interessante su entrambe le metà campo, oltre che dal look particolarmente esuberante. Molto bene la scelta delle divise anni ’70 e ’80 per celebrare i 50 anni della franchigia, utili a rinfrescare un look fin troppo classico. Oltre al, probabile, discutibile spettacolo in campo, non aiuta una delle telecronache più faziose che potete trovare sul League Pass.
29, UTAH JAZZ – Per noi fan italiani, una squadra di basso livello come i Jazz avrà tutto un altro interesse grazie alla presenza di Simone Fontecchio. Jarred Vanderbilt e Nickeil-Alexander Walker potrebbero dare soddisfazioni sul medio-lungo termine, ma per ora stiamo parlando di una delle peggiori squadre della Lega, per giunta titolare di una delle divise più brutte di sempre. Ok Fontecchio, ma passiamo oltre.
28, INDIANA PACERS – Dopo decenni passati a veleggiare nell’aurea mediocritas della NBA, ecco che i Pacers sembrano aver capito che un rebuilding è necessario. Tyrese Haliburton è una superstar in the making ma, complice la probabile partenza di Buddy Hield e Myles Turner, Indiana ha ben poco da offrire. Quinn Buckner, seconda voce della telecronaca, ha il brutto vizio di interromperla con commenti e di disegnare con la lavagna tattica durante l’azione. Per noi, è un no. P.S: attenzione a Jalen Smith, lungo moderno dal potenziale molto interessante.
27, WASHINGTON WIZARDS – I Wizards edizione 21-22 si sono rivelati molto più ponderati rispetto all’annata precedente: meno palle perse e una conduzione di gioco decisamente più lenta. La squadra di Wes Unseld Jr. ha provato a vincere le partite sul lato difensivo, complice anche l’annata sotto tono di Bradley Beal. Rimangono una squadra troppo buona per tankare, ma troppo debole per competere per qualcosa di più di un play-in. Però le divise stile anni ’00 con il logo del mago sono davvero belle.
26, OKLAHOMA CITY THUNDER – L’assenza per tutta la stagione di Chet Holmgren fa indubbiamente precipitare una squadra a cui non manca il talento giovane, ma che non ha ancora alcun interesse a essere competitiva. Di per sé, SGA, Tre Mann, Giddey e il rookie Jalen Williams sono un core giovane che merita di essere guardato, soprattutto ad inizio stagione, quando l’interesse a perdere partite e a risparmiarsi dovrebbe essere inferiore. Certo è che, per una franchigia così giovane, in tutti i sensi, hanno delle divise davvero piatte.
25, NEW YORK KNICKS – I Knicks sono una delle poche franchigie in questa classifica rese interessanti non tanto dall’effettiva qualità del roster, quanto da elementi “di contorno”. Il Madison Square Garden è il palazzo più iconico della Lega. La telecronaca, con Mike Breen e Walt Frazier – con i suoi look improponibili – è di primissimo livello e le divise sempre belle. Rimangono pur sempre una squadra di Tom Thibodeau: se scegliete di guardarli, approfittate di vederli contro squadre più appaganti alla vista.
24, SACRAMENTO KINGS – De’Aaron Fox rimane un giocatore entusiasmante da vedere giocare, grazie alla sua combinazione di velocità ed equilibrio. La presenza di Domantas Sabonis, però, potrebbe causare rallentamenti al gioco dei Kings, con quel che ne consegue dal punto di vista della guardabilità. Due bonus sono Mark Jones al commento, di cui sicuramente riconoscerete la voce se avete visto qualche partita su ESPN, e il fattore curiosità scatenato dall’arrivo di Chima Moneke, MVP della scorsa edizione della Basketball Champions League.
23, PORTLAND TRAIL BLAZERS – Nonostante la presenza di Lillard, i Blazers non sono mai stati una squadra particolarmente appagante da vedere: tanti isolamenti e un ritmo di gioco piuttosto sostenuto. Negli ultimi anni, non ha aiutato nemmeno la telecronaca, forse una delle più soporifere della NBA. Per fortuna, la telecronaca è tornata all’antico, con Kevin Calabro prima voce; inoltre, la coppia Anfernee Simons-Shaedon Sharpe dovrebbe garantire highlights offensivi più o meno ogni sera al fianco di Dame Dolla.
22, ORLANDO MAGIC – La presenza di Paolo Banchero renderà sicuramente i Magic una delle squadre più viste dal pubblico italiano. Campanilismo a parte, Orlando ha indubbiamente un gruppo molto interessante e giovane; i vari Wagner, Suggs e Fultz, oltre a un redivivo Wendell Carter Jr. potrebbero rappresentare una scelta diversa dalle solite note. Menzione d’onore per la coppia di telecronisti, David Steele e Jeff Turner, competenti ed equilibrati.
21, DALLAS MAVERICKS – Molto in basso? Probabile. Luka Dončić è uno dei giocatori più forti del mondo e in grado, come pochissimi, di realizzare canestri dal quoziente di difficoltà altissimo. Tuttavia, i Mavs restano una squadra con un’alta frequenza di isolamenti (8.6% nel 2021-22, quinto dato più alto della Lega) e pick and roll (19.3% di frequenza, settima) e dalla forte attitudine difensiva. Insomma, belle le triple in step back e i passaggi di Luka, ma coralmente Dallas rimane una squadra piuttosto prevedibile da guardare.
20, TORONTO RAPTORS – Con Toronto siamo forse di fronte alla prima squadra da guardare più per quello che sanno fare nella metà campo difensiva che in quella offensiva. La squadra di Nurse ha un feticismo per le ali dalle braccia lunghe e in grado di marcare più ruoli, e Scottie Barnes ne è il boss. Gary Trent Jr. ha stile da vendere, oltre ad essere un giovane in rampa di lancio, e Jack Armstrong, la seconda voce, è un’icona: sentire per credere. La loro arena, poi, crea sempre un’atmosfera caldissima.
19, CHARLOTTE HORNETS – Senza più Miles Bridges, la quota highlights degli Charlotte Hornets è nelle ottime mani di LaMelo Ball. Oltre all’assenza dell’MSU per i motivi che tutti sappiamo, c’è da registrare il ritorno di Steve Clifford, un coach dalle caratteristiche completamente antitetiche allo stile di Ball e che potrebbe zavorrare un po’ il gioco di Charlotte. Eric Collins, la prima voce, non mancherà mai di esaltarsi, tra un alley-oop e un passaggio dietro la schiena di LaMelo. Il loro campo da gioco, per stile e colori, è uno dei migliori della Lega (soprattutto quando è abbinato alle jersey anni 90’).
18, PHILADELPHIA 76ERS – Un discorso simile a quello fatto per i Mavs va applicato anche ai Sixers. L’arrivo di P.J. Tucker alimenta ancora di più i desideri da contender ma, da un punto di vista dell’appetibilità, Phila rimane leggermente sotto il par. A maggior ragione dopo la trade per James Harden, la squadra di Doc Rivers si è confermata parecchio lenta (96.71 di pace), votata agli isolamenti (7.8% di frequenza, nono dato in NBA) e ai tiri a gioco fermo (23.8 liberi di media, terzo dato più alto). Tyrese Maxey dà una bella scarica di adrenalina, ma non abbastanza da rendere Philadelphia un must watch. Bonus per Matt Cord, uno degli speaker più entusiasmanti della NBA attuale.
17, CLEVELAND CAVALIERS – L’arrivo di Donovan Mitchell rende i Cavs sicuramente molto più interessanti. Da un lato, per la presenza di un ulteriore creatore di gioco al fianco dell’ottimo Darius Garland, una delle rivelazioni della scorsa stagione; dall’altro, per capire che tipo di stagione ci si possa aspettare da una squadra che, solo un’anno fa di questi tempi, era zeppa di punti interrogativi. Il talento non manca, ma l’arrivo dell’ex Jazz li rende, a suo modo, un’incognita.
16, DETROIT PISTONS – Da squadra da evitare sul League Pass a ottima opzione. Stiamo forse dando fin troppo credito ai giovani Pistons? Può essere, ma Cade Cunningham è un giocatore vero, mentre la coppia Jaden Ivey-Jalen Duren può garantire highlights ad altezza del ferro. L’arrivo di un veterano come Bojan Bogdanović, inoltre, li rende più competitivi del previsto. Non vinceranno molte partite, ma i Pistons sono una realtà in crescita sia da un punto di vista tecnico che da uno puramente estetico. Bonus per il ritorno delle divise color verde acqua.