Phoenix Suns (1) vs New Orleans Pelicans (8)
Nel tour della rivincita, i Phoenix Suns non hanno risparmiato nessuno. Immediatamente dopo aver perso le Finals, sono partiti sin dal training-camp con un mindset risoluto e orientato a manifestare la loro posizione. Il risultato è una stagione senza precedenti: stabilito il nuovo record di franchigia per striscia più lunga di vittorie consecutive (18) e per numero di successi in stagione (64). Soltanto altre 24 squadre nella storia NBA hanno raggiunto questo traguardo. Di queste, in 15 hanno poi vinto il titolo. Tutto ciò che ha fornito garanzie nella passata stagione è stato riproposto, confermato, e migliorato. Perché oltre a innesti da modalità win-now, la delusione della sconfitta funge anche da iniezione di consapevolezza, esperienza e crescita caratteriale prima che tecnica. Perché quest’ultima è sotto gli occhi di tutti. Devin Booker è uno dei candidati MVP con meno considerazione, una questione che solleva dubbi ma certifica come la lega sia ad un livello di ricchezza in termini di talento con pochi precedenti. A livello di squadra, invece, i Suns hanno avuto il miglior record in gare in the clutch (situazione dove negli ultimi 5 minuti di gioco il punteggio è entro i 5 punti tra le squadre). Mentre impressiona il record di 47 vittorie e 0 sconfitte quando si sono trovati in vantaggio dopo tre quarti.
Nel passaggio dalla scorsa stagione, i Phoenix Suns ricercano ancor più un gioco interno. Al termine delle 82 gare sono ventiseiesimi per tentativi da tre punti a partita, mentre chiudono al secondo posto per tiri dal campo sia dall’area che dal midrange, due aree che rappresentano il 58% dei punti totali di squadra. Oltre che essere la fonte primaria di punti per Devin Booker e Chris Paul. Point God potrà diventare il settimo giocatore dal 1970/71 a giocare una gara di NBA Finals a 37 anni di età. In casa Phoenix Suns, Mikal Bridges è il potenziale facilitatore per il noto impatto difensivo, ma ancor più per la crescita in termini di responsabilità offensive che sta mettendo in mostra. Dal mese di novembre a marzo, il numero di tiri dal campo a partita è sempre andato in crescendo, di pari passo i punti realizzati. Questo testimonia che il suo status va oltre lo specialista difensivo. Ha concluso il mese di marzo a 18.3 punti di media con il 44.1% da tre punti. La squadra di Monty Williams appare la più completa, profonda, continua e consapevole dei propri mezzi per scrivere quel finale diverso che li attende dalla passata estate.
Mikal Bridges in questa stagione #NBA :
-1st per numero di FGA difesi in the paint, midrange, above the break 3P
-0.84 punti per possesso concessi sul portatore in P&R
-0.91 punti per possesso concessi in isolamento
-0.87 punti per possesso concessi in handoff#OTnba pic.twitter.com/QqKLOqBQ0F— Michele Conti (@MicheleConti00) April 14, 2022
I New Orleans Pelicans, dopo l’inizio di stagione da 1 vittoria e 12 sconfitte, avrebbero ben potuto pensare di ridimensionare le proprie strategie. Il lungo processo di recupero di Zion Williamson, la poca continuità fisica di Brandon Ingram, ed i tanti giovani su cui investire. In quel periodo, Jonas Valanciunas era il faro offensivo. Ora, sono la quarta squadra nella storia NBA a raggiungere la post-season dopo aver cominciato la stagione con un record di 1-12 o 0-13. Il lavoro di Willie Green, il rientro a pieno regime di Brandon Ingram e l’innesto di CJ McCollum per dare all’attacco una nuova minaccia hanno portato la squadra ad essere in top-10 nella lega in efficienza sia difensiva che offensiva nel periodo dopo l’All-Star Game. Proprio McCollum ha definito la vittoria contro i San Antonio Spurs l’inizio di qualcosa di speciale. Ora incontreranno i Phoenix Suns, favoriti nella Western Conference.
Anche i New Orleans Pelicans sono una squadra che gioca più internamente che in zona perimetrale. Come i Suns, un consistente volume di punti arrivano dall’area e dal midrange. Principalmente, perché Willie Green non dispone di tiratori affidabili e specialisti. Oltre che essere ventiquattresimi in stagione per tentativi da tre punti, i Pelicans non convertono efficacemente (ventisettesimi in percentuale). Perciò, vertono sulla presenza nel pitturato sui due lati del campo. Giocatori come Jonas Valanciunas, Jaxson Hayes e Larry Nance Jr. donano fisicità e stazza sotto canestro, dove i New Orleans Pelicans sono terzi in NBA per rimbalzi offensivi catturati e punti da seconda occasione. Mentre dal punto di vista difensivo sono tra le dieci migliori squadre per punti concessi a partita sia in area (noni) che da seconda chance (settimi).
Trattandosi di una squadra giovane, l’esecuzione offensiva non è sempre precisa; perciò, i Pelicans preferiscono correre in transizione, dove sono quarti per punti per possesso. La fonte di questa situazione di gioco è la difesa (settimi per palloni rubati a partita) o quando la cattura del rimbalzo termina direttamente nelle mani di CJ McCollum o Brandon Ingram. Quest’ultimo, alla prima apparizione in carriera agli NBA Playoff, è il giocatore di cui godere maggiormente per la crescita mostrata nella seconda parte di stagione. Sarà un duello entusiasmante con Devin Booker, i due esperti del midrange (Ingram terzo per canestri a partita, Booker quarto). La sua maturazione offensiva è il primo segnale più positivo che i Pelicans traggono da questa stagione. E comunque terminerà questa esperienza, per Brandon Ingram e tutta l’organizzazione questo momento è una iniezione di fiducia e una spinta notevole per il futuro.
Brandon Ingram è pronto per il grande palcoscenico. Nelle due gare di play-in #NBA :
-28.5 PTI, 5.5 RIMB, 5.5 AST
Lo ha fatto tirando con il 62.5% FG (20.0 FGA) e con 0 3PM. Il modo in cui eccelle nell'usare il suo corpo per creare separazione è un gran vantaggio.#OTnba pic.twitter.com/gHAUllYh6A— Michele Conti (@MicheleConti00) April 16, 2022